Via Carnia Adventure

Crete dei Cacciatori

Via Carnia Adventure  08/09/1989

270 m  VII+ (VI+/A0)

Ripetizione M. Dall'Argine E. Dreolin 26/10/2021

 

E’ una stupenda domenica di ottobre; una giornata dal cielo blu con alta pressione e basse temperature, l’ideale per favorire l’aderenza dei piedi sul calcare. Io, Euge, Stefano e Gianluca partiamo dalla val Sesis verso la Forcella delle Genziane dove sorge il pilastro sud ovest delle Crete dei Cacciatori.

Obiettivo odierno la via Florit-Schiemer “Carnia adventure”: una vera adventure caratterizzata da placche compatte ed una non facile discesa. Non si può negare, le alpi carniche possono offrire una scalata ed una qualità della roccia all’altezza delle dolomiti, basta cercare le linee giuste e Carnia adventure è sicuramente una di quelle.

Ripercorrerò qui le tappe della salita con la speranza che la documentazione possa essere utile a tutti coloro vogliano percorrere questa linea ardita.   

  1. Come da schizzo (Zorzi-D’Eredità “alpi carniche occidentali, vie classiche e moderne”, Alpine Studio 2018), si percorre il breve passaggio di VI grado ben protetto ed il successivo diedro/camino fessurato. Da qui ci siamo spostati troppo a sinistra assecondando le roccette che, in diagonale da destra a sinistra, portano alla vicina “De Infanti-Dalla Porta Xidias” (2 chiodi di sosta). Compreso di essere probabilmente fuori via, parto io in traverso netto verso destra rinvenendo la scomoda sosta appesa ed esposta su spuntone e chiodo.
  2. Il successivo bellissimo ed aereo tiro si svolge su una placca porosa ed invitante. Un passaggio di VI- ben protetto da un chiodo conduce al punto dove la verticalità si abbatte. Senza via obbligatoria si punta alla base dell’evidente tiro chiave con lama e sottostante cordone (una volta fettuccia) pendente.
  3. Tiro chiave. Iniziale delicatissimo passaggio in direzione della fessura/lama utilizzando alcune tacche minime (VII+). Raggiunta la lama si prosegue fino al suo termine con difficoltà continue ed arrampicata esaltante per poi traversare a destra ed in ultimo scendere in direzione della sosta su due chiodi.
  4.  Tiro “sguarnito” e senza evidente percorso obbligato su roccia non sempre eccellente. Il primo passaggio di VI- (un chiodo) è su ottima roccia. Segue una sezione di arrampicata delicata leggermente verso destra (ma non troppo!). Qui si dovrebbe rinvenire un chiodo da noi posizionato, unica apparente possibilità di protezione. A questo punto, stando una manciata di metri più in basso di scuri strapiombi si arrampica in diagonale verso sinistra per poi entrare in una specie di nicchia detritica con scomoda sosta a terra (2 chiodi).
  5. Dalla sosta non si riescono a vedere i 3 chiodi in successione ben a destra della stessa ed oltre lo spigolo. Con esposta traversata a destra si guadagna l’inizio di un complesso rompicapo da VI+. Si prosegue in verticale con bei movimenti fino a raggiungere un pulpitino sopra al quale, evidente, si erge il diedro finale.
  6. Si scala il diedro, privo di chiodi ma decisamente proteggibile a friends. Primo passaggio in pieno diedro piuttosto complesso (V+); poi ci si arrampica con difficoltà continue (V/V+) e bei movimenti in opposizione. Si guadagnano le roccette sommitali e si rinviene una sosta su due chiodi proprio in uscita dal profondo camino/canale a destra della via Carnia adventure.
  7. Per rocce di II grado si guadagna la cresta sommitale.

 

DISCESA

Non di facile individuazione. Si percorre la cresta sul suo filo (esposto) fino a rinvenire una sosta di calata con maglia rapida sopra un canalone che precipita verso la forcella delle genziane. Qui, con una lunga (!) calata (55 m) tra gli sfasciumi e canalini si giunge sino a dove il canale precipita verso il vallone delle genziane. A questo punto, non evidentissimi, si vedono degli ometti sulla sinistra (faccia a valle) in direzione forcella delle genziane. Noi abbiamo traversato slegati un sistema di cenge e, seguendo gli ometti, siamo arrivati ad un ripido punto da disarrampicare verso un colatoio di ghiaie proprio al di sotto del pendio erboso che conduce in forcella. Dalla forcella erbosa si scende lungo il vallone per sentiero di salita tornando presto all’attacco della via.

 

In discesa il cielo si è timidamente coperto. Il sole appariva debole, quasi spento dietro le nuvole, regalandoci un’atmosfera ed una luce decisamente particolari. Non vedo e non percepisco l’influenza umana tra queste montagne e ancora una volta mi ritrovo a pensare a quanto belle siano le Alpi Carniche, selvagge e capaci di regalare scalate di enorme qualità.

                                Mauro Dall'Argine